La
tradizione dell’incisone del legno a Fabriano, nel precedente
secolo, nasce con la presenza in città del prof. Adolfo Ricci, che
nel 1892 è assunto come insegnante d’intaglio nella Regia Scuola
Professionale. L’artista Ricci, nel 1855, si diploma all’Accademia
di Belle Arti di Perugia con ottimi voti e grazie al suo grande
talento di intagliatore e scultore del legno è chiamato a realizzare
grandi opere come: la porta del Palazzo del Popolo Romano, la sala da
pranzo e la porta del Palazzo del Principe Sciarra a Roma. Eseguì
moltissimi lavori su commissioni di personaggi illustri, nel Lazio e
nell’Umbria. Nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi gli fu
riconosciuto un prestigioso riconoscimento e fu nominato membro
dell’Accademia di Belle Arti di Bruxelles. Si spense a Fabriano il
5 febbraio del 1904. Nella nostra città rimase per dodici anni,
lasciandoci una magnifica e monumentale opera lignea, con intarsi che
ricoprono pareti, soffitto e porta d’ingresso della storica, oggi,
farmacia-museo Mazzolini – Giuseppucci, in corso Repubblica, 33. Il
prof. Adolfo Ricci ha lasciato una bella eredità a Fabriano, che nel
tempo ha appassionato nell’arte della scultura lignea artisti, oggi
scomparsi, come: prof. Ennio Gaoni (1915-2000), Elvo Orfei
(1921-2011) e Alfredo Prosperi (1900-1993). Per non dimenticare
questa nobile arte di Artisti del legno a Fabriano, sarà allestita
il 22 febbraio presso il magnifico Oratorio di Santa Maria del
Gonfalone, una mostra con la partecipazione di sei Artisti
fabrianesi, eccellenti intagliatori del legno. Questa settimana
presentiamo l’artista, Otello Crialesi nato nel 1943, seguendo le
orme del padre Luigi (1911-1981) e del nonno Giuseppe (1877-1954)
raffinati ebanisti nella bottega di famiglia in via 1 vicolo Fratti,
continua con passione una tradizione familiare trovando nella
lavorazione di un tronco di ulivo, un inno alla vita dove
estrinsecare le proprie sensazioni e plasmare oggetti e personaggi
che vivono dentro la materia aspettando la sua mano per essere
liberati e uscire alla luce. Le sue opere rilevano un rigoroso studio
e una perfetta armonia. Nei volti ha saputo cogliere con grande
abilità sia le espressioni di dolce serena umanità, sia quelle
caratterizzate da vigorosa oggettività. Nel 1988 una bellissima
mostra, presso il Museo della Carta e Filigrana, insieme all’artista
Roberto Moschini ha fatto rivivere l’arte lignea con sculture che
hanno coinvolto il pubblico alla riappropriazione di quella
gestualità antica, narrando realtà e leggende attraverso legno di
ulivi secolari. Nella presentazione il dr. Giancarlo Castagnari,
scrive: “ Scolpire il legno di ulivo è impresa difficile e
complessa. L’oggetto-scultura nasce da un’idea che in corso
d’opera si adegua alla natura capricciosa e misteriosa dell’ulivo:
la forza-materia non subisce passivamente la metamorfosi formale e
volumetrica, ma con la sua struttura originale partecipa alla
delineazione del modello”. La mostra al Gonfalone vuole essere un
omaggio all’arte scultorea del legno di molti fabrianesi di ieri e
di oggi, con opere tutte da ammirare.
Sandro
Tiberi
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