martedì 24 settembre 2013

EX ARDO, LE SETTE DOMANDE DI PATRIZIA TERZONI (M5S)

Una riflessione sulla vendita della ex Ardo all'imprenditore Porcarelli della deputata fabrianese del M5S Patrizia Terzoni.

Alcune domande sorgono spontanee: 
  1. Vendita annullata principalmente perché i tre commissari del MISE hanno venduto ad un prezzo 5 volte inferiore rispetto al prezzo di mercato. Ora la sentenza affida alle stesse persone la gestione della vendita. Ci si può fidare? 
  2. Si vocifera di una “messa in libertà” degli operai. Stiamo scherzando vero? 
  3. I beni venduti dalla J.P., un magazzino e svariati macchinari appartenenti al corpo aziendale acquisito hanno provocato una diminuzione del capitale immobiliare iniziale. Ma ora è stata annullata la vendita di un bene che nel corso degli anni ha quindi perso parte del suo valore a causa di queste vendite. Ci chiediamo a chi appartengano i ricavi di queste vendite.
  4. Perché non è stata bloccata la vendita dei beni immobiliari dato che c'era un ricorso in atto?
  5. Con il passare degli anni il valore economico di un’ azienda, data la particolare situazione di crisi economica in cui versa il nostro Paese, è sicuramente diminuito e diminuita è la sua possibilità di un numero maggiore di acquirenti. È evidente che tutto ciò è conseguenza  della mala gestione di tutta la vicenda.  Ci chiediamo quindi chi sono, oltre ai tre commissari,  tutti gli attori che hanno contribuito a raggiungere e supportare la vendita alla JP? 
  6. In tutta questa vicenda quale ruolo hanno avuto sindacati e politica? Cosa hanno fatto (o non fatto)  per evitare la svalutazione  e la vendita alla J.P. per un valore 5 volte inferiore al prezzo di mercato, senza un piano industriale concretamente realizzabile? 
  7. Tutto l'indotto ha subito un danno a causa di questa cattiva gestione. A quanto ammonta la probabile perdita di fatturato per la vendita ad un imprenditore piuttosto che ad un altro di questa azienda? … 
Questi ed altri dubbi vengono in mente. L’unica cosa certa ed indiscutibile è che il prezzo più alto lo pagheranno i lavoratori e le loro famiglie!

Siamo al lavoro per capire nel dettaglio tutte le implicazioni, anche legali, che la vicenda comporta.

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